L'agricoltura, nel corso dei millenni, ha subito significative evoluzioni, come molte altre attività umane. L'introduzione di pratiche agricole avanzate, con un notevole ricorso alla chimica, ha inizialmente portato a una riduzione dei tempi di produzione e ad un aumento della produttività. Nel tempo, tuttavia, gli agricoltori hanno notato un progressivo impoverimento del suolo, e con un notevole abbassamento della resa a lungo termine.
Per affrontare questa problematica, agli inizi del '900, un gruppo di agricoltori si è rivolto a Rudolf Steiner, pioniere dell'antroposofia, per trovare una soluzione e rivitalizzare terreni, coltivazioni e produzioni. Da questa collaborazione ha preso vita l'agricoltura biodinamica, un approccio che va oltre la semplice produzione, abbracciando una visione completa della natura e dei suoi processi integrate con le relazioni cosmiche, studiando gli influssi della luna e dei pianeti, quindi coltivando secondo i cicli lunari.
L'agricoltura biodinamica adotta un approccio olistico, considerando il suolo e tutto ciò che accoglie, come un unico sistema. Questa prospettiva riflette i principi dell'omeopatia nella concezione della terra come un organismo vivente interconnesso con il cosmo. Terreno, piante, animali e uomo vengono integrati come un'unica identità, trasformando l'azienda agricola in un complesso unico che si muove secondo i ritmi naturali ed evita lo sfruttamento dell'ambiente.
Nell'agricoltura biodinamica vengono utilizzati i preparati, suddivisi tra quelli "a spruzzo" o "a cumulo", vengono rispettate le rotazioni agricole e un calendario delle semine che funge da guida completa per le attività agricole quali semina, potatura, raccolta... Il calendario nasce in seguito agli studi sulle fasi lunari e la successiva applicazione in campo di Maria Thun. Questa unione tra spiritualità e concretezza nel rispetto della natura e dei suoi cicli promuove un equilibrio sostenibile con l'ecosistema terrestre, migliorando la fertilità del suolo e la qualità degli alimenti.
Successivamente, Enzo Nastati ha dato vita all'agricoltura omeodinamica, un'evoluzione che integra l'omeopatia come pratica per affrontare le sfide agricole. Questo approccio mira a fornire alle piante e ai terreni strumenti di sopravvivenza e guarigione, evitando l'uso di sostanze chimiche e/o tossiche.
In conclusione, l'agricoltura biologica, successivamente biodinamica e la più evoluta omeodinamica, con le loro distintive caratteristiche, recuperano le antiche tradizioni contadine, rispettando i principi naturali delle piante e dei loro cicli riproduttivi, nel contesto del terreno, degli animali, degli uomini e dei metodi di lavorazione. Questo approccio pone al centro l'interazione uomo-natura, sia dal punto di vista energetico che in termini di equo scambio al fine di creare un ambiente più sano, fertile e di conseguenza un prodotto di maggiore qualità nutritiva e gustativa.